Tanase

Dott. Laurentiu D.TANASE[1]

Università di Bucarest, Romania

 

Le cause endogene ed esogene che hanno favorito l’espansione delle sette e dei nuovi movimenti religiosi in Romania dopo il 1989

 

Signore e Signori,

il mio esposto si propone di fare un’analisi dello sviluppo della vita religiosa in Romania dopo il 1989, con una focalizzazione particolare sulle cause che hanno favorito i nuovi movimenti religiosi.

 

La caduta dei regimi comunisti in Europa, nel 1989, costituisce un evento centrale della fine dello XXesimo secolo. Questo ha cambiato il corso della storia contemporanea e ha segnato in profondità l’evoluzione delle relazioni internazionali. Anche il campo religioso europeo fu fortemente influenzato dalle trasformazioni della società contemporanea, più particolarmente dall’accelerazione del processo della globalizzazione/internationalizzazione che favorisce l’espansione delle sette e dei nuovi movimenti religiosi. Nelle varie forme d’espressione del religioso nella modernità, le sette e i nuovi movimenti religiosi tendono ad occupare una sfera sempre piu larga.

 

Se si vuole riferire più precisamente all’attualità delle sette e dei nuovi movimenti religiosi, si può distinguere, alla luce degli elementi che caratterizzano la situazione europea, dei tratti decisivi che uno ritrova eventualmente altrove nel resto del mondo, cioè[2] :

 

  • l’erosione della religione istituzionalizzata,
  • la sconfitta della pratica religiosa,
  • la crisi dell’assunzione del personale clericale,
  • il calo della credenza in un Dio personale e
  • l’espressione autonoma della coscienza morale, personale nei confronti delle prescrizioni etiche degli apparati religiosi.

 

La varietà delle forme d’espressione del sentimento religioso d’oggi, partendo dalle forme classiche, tradizionale, instituzionalizzate, a quelle sincretiste – fenomeno che sorpassa spesso le predizioni piu discrete – può essere percepito il più spesso a partire da questa serie di caratteristiche essenziali.

 

Il fenomeno religioso ha conosciuto e conosce diverse forme d’espressione secondo i paesi, soprattutto nei luoghi che erano dominati dai vecchi regimi comunisti dove la sua evoluzione è stata diversa, a seconda della specificità religiosa d’ogni paese. Possiamo osservare oggi che l’emergere dei nuovi movimenti religiosi accompagna le trasformazioni delle società che furono comuniste verso dei sistemi democratici. Si esprime altresi’ per la logica di una costruzione pluralistica della società sul piano religioso, caratterizzata da criteri specifici di concorrenza e di libertà di mercato.

 

La Romania – paese d’espressione religiosa maggioritariamente ortodossa.

 

La Romania è un paese di tradizione cristiana maggioritariamente ortodossa (86,7% della popolazione) e di lingua latina e che aveva un regime comunista.

 

Il regime dittatoriale comunista è finito nel 1989. La Romania vivendo un intenso processo politico ed economico d’integrazione nelle strutture dell’Unione europea, della quale diventerà probabilmente membro nel 2007.

 

Il periodo comunista è stato caratterizzato dal tentativo della direzione politica d’eliminare la religione o almeno di diminuirne l’influenza e la sfera di manifestazione politica. Per arrivare a questo scopo, l’attività religiosa è stata poco a poco respinta fuori dalla vita sociale e politica; l’educazione religiosa é stata proibita; si faceva l’elogio dell’ateismo delle « masse ».La società rumena si é trovata confrontata durante quasi quaranta cinque anni a questo tipo di politica.

 

La caduta del regime comunista ha avuto come conseguenza un ritorno alla libertà e ad un momento fondamentale d’adattamento di una nuova politica e sociale dello sviluppo del paese, fondata sul rispetto dei diritti dell’uomo e della democrazia. Le condizioni sociali, politiche ed economiche della Romania, generate dalla nuova democrazia, hanno favorito un’evoluzione molto dinamica della religione, che si manifesta anche con la presenza sempre più marcata dei nuovi movimenti religiosi.

 

L’anno 1989 rappresenta una svolta nella società rumena la quale porto` la chiesa ortodossa e i culti riconosciuti in primo piano della vita pubblica perchè i religiosi avevano avuto un ruolo importante nella caduta del comunismo.

I cambiamenti che si produssero con un’incredibile rapidità, ebbero un effetto ugualmente e in modo inevitabile nel campo religioso.

 

Cosi, un nuovo rapporto tra religione e politica si é disegnato nella società rumena intorno ad una tripolarità religiosa: Chiesa Ortodossa, Culti riconosciuti e nuovi movimenti religiosi. L’ortodossia e i culti riconosciuti legalmente risentono della liberalizzazione religiosa come di una vera sfida e percepiscono come una minaccia reale la logica di mercato e della concorrenza la quale si sta installando nel dominio religioso per la presenza di sette e di nuovi movimenti religiosi,

 

Giuridicamente, i Culti riconosciuti costituiscono la principale forma d’organizzazione e d’instituzionalismo della religione. In oltre, al di fuori

dei Culti, esiste anche la possibilità di manifestazione di carattere associativo religioso per la creazione d’associazioni o di fondazioni religiose.

 

La differenza fra culture religiose e associazioni religiose non è una differenza che si può esprimere su una scala d’autorità secondo la quale la seconda sarebbe subordinata alla prima. Si tratta piu esattamente di una differenza d’estensione sociale, di una credenza e del sostegno prioritario del Governo ai culti religiosi i cui precetti sono condivisi da un gran numero di cittadini e la cui esistenza storica prolungata sul territorio ha apportato un contributo significativo allo sviluppo della cultura e della spiritualità rumena.

 

Dal 1990, i nuovi movimenti religiosi occupano un posto visibile nel campo religioso rumeno. Nonostante la loro estrema diversità, questi ultimi possono essere classificati in quattro categorie, secondo il loro terreno di provenienza e le loro rappresentazioni simboliche e teologiche :

 

  • d’origine cristiana evangelica.
  • d’ispirazione orientale.
  • di tipo « nebulosa mistica – esoterica ».
  • di tipo “dissidenza ortodossa”.

 

Vista questa diversità, ci sembra interessante afferrare le cause endogene ed esogene che hanno favorito o impedito la loro espansione in Romania dopo il 1989.

 

  1. I) Le cause endogene dello sviluppo dinamico dei nuovi movimenti religiosi dopo del 1989

 

Un analisi attenta del campo religioso rumeno cosi come lo studio della dinamica dei nuovi movimenti religiosi dopo il 1989 deve tener conto delle cause diverse, tanto d’ordine interno (endogene), sociale, giuridiche, politiche, quanto d’ordine esterno (esogene).

 

Ma prima di questo, desidero fare una precisione terminologica; si parla di nuovi movimenti religiosi quando si vuol definire le organizzazioni religiose registrate in Romania dopo la caduta del comunismo perché prima ogni manifestazione religiosa associativa diversa dai culti riconosciuti ufficialmente dallo Stato rumeno era proibito. Desidero anche sottolineare che nel linguaggio corrente in Romania la parola setta è sempre dispregiativa.

 

  1. a) 1989, un’esplosione di religiosità

 

Durante la Rivoluzione del dicembre 1989, la Romania ha conosciuto una vera esplosione di religiosità. Le cause risiedono da una parte nella ritrovata libertà d’espressione che include il sentimento religioso, proibito pubblicamente durante il regime comunista, e dall’altra nella legittimità morale dei rappresentanti delle organizzazioni religiose che, con la loro azione durante i quaranta cinque anni d’ateismo ufficiale, erano riusciti a mantenere vivi i sentimenti religiosi nelle masse. Possiamo spiegare il maggior vigore del ruolo religioso nella società post-comunista da tutta una serie di circostanze favorevoli: la crisi identitaria, la perdita della fiducia nello Stato e le difficoltà sociali ed economiche.[3]

 

Nello stesso tempo, la vittoria contro il comunismo è stata percepita anche come vittoria sulle sue caratteristiche anti-religiose. Tutto cio’ spinse d’altronde molte persone a dichiararsi seguaci di una religione, chiedendo anche d’essere battezzati per non essere considerati atei comunisti.

 

Il ricorso alla simbologia religiosa della divinità fu un mezzo per imprimere coraggio. E’ dal grido comune, cosi sentito in quei giorni « Dio è con noi ! » che un sentimento d’azione collettiva si è strutturato .

 

E’ di certo sicuro che il fattore religioso ha giocato un ruolo molto importante nella rivoluzione rumena del 1989. Nello stesso tempo la rivoluzione ha contribuito col suo ritorno a ridefinire il paesaggio religioso post-comunista che è entrato in una fase nuova di concorrenza in una società libera ed aperta.

I cambiamenti profondi che hanno caratterizzato la società dopo la caduta del regime totalitario hanno avuto un impatto decisivo sui protagonisti religiosi, in particolare sulla chiesa ortodossa.

 

  1. b) Il legame privilegiato tra i Culti riconosciuti e lo Stato : la regolazione giuridica delle religioni per lo Stato

 

Con la ricostruzione della società rumena nel suo insieme, la relazione chiese-stato e il sistema giuridico della vita religiosa, furono dominati da una serie di problemi come:

 

  • La debolezza della dominazione dello Stato sulla società.
  • La riconoscenza acquisita nell’opinione pubblica delle Chiese storiche e dei culti che non si erano compromessi con il regime comunista.
  • L’assenza di legislazioni nel campo della vita religiosa e l’inesistenza d’organismi di stato capaci di applicare la legislazione in materia.
  • I conflitti nel dominio della vita religiosa.

 

Dopo il 1990, i Culti religiosi sentirono minacciato il loro monopolio nelle relazioni con lo Stato e, di conseguenza, svilupparono un’attività pastorale sociale diretta in primo luogo al sostegno di certe relazioni privilegiate con le nuove istituzioni dello Stato post-comunista. Lo Stato sostenne la loro attività pastorale in maniera diretta e freno’ cosi la concorrenza dei nuovi gruppi religiosi venuti in Romania dopo il 1990.

 

La presenza di nuovi movimenti religiosi nella società rumena dopo il 1989, come risultato della libertà d’espressione e dell’apertura delle frontiere, è stata percepita soprattutto dalla Chiesa ortodossa, nei termini più allarmanti possibili.

 

Questa presenza concorrenziale ha provocato l’apparizione di certi conflitti tra i protagonisti religiosi e ha condotto alla formulazione d’accuse gravi verso le istituzioni dello Stato che avrebbero permesso la libera manifestazione

di decine di « sette » senza controllare nè regolare la situazione. L’accusa più spesso usata è stata quella di proselitismo agressivo e di concorrenza sleale.

 

Per poter entrare nel gioco della concorrenza le Chiese erano senza mezzi reali e con possibilità materiali e finanziarie limitate. Ilie Fonta, anziano Segretario di Stato dei Culti (1994-1995) scriveva : « Le Chiese e il clericato si sono considerati svantaggiati e trattati ingiustamente dalla concorrenza sleale istituita nella vita religiosa e hanno accusato lo Stato d’avere permesso la legalizzazione e l’attività dei nuovi protagonisti della vita religiosa, nel senso di una complicità/indifferenza nei riguardi di tutti gli scenari e opinioni nascoste immaginabili, anticristiane e antinazionali ».[4]

 

Pero’ al di fuori di questa complicità visibile tra politica e culti stabiliti, tra i quali domina la Chiesa ortodossa per il suo peso numerico, esiste anche una situazione paradossale all’interno stesso delle organizzazioni religiose sul posto, manifestata in particolare da numerose tensioni e discordie interne.

La Chiesa ortodossa in particolare si trovava in una situazione difficile, come abbiamo detto sopra, in seguito alle accuse di « collaborazione » di cui doveva rispondere. Ma « nello stesso tempo la chiesa, non aveva alla sua portata nessuna base legale per cominciare una nuova era nella relazione col potere politico post comunista ».[5]

Era anche lei chiamata a fare fronte alle tensioni interne che hanno generato un altro approccio del ruolo e del posto della gerarchia ortodossa nel nuovo contesto pastorale e si vedeva obbligata a rispondere alle nuove tensioni legate alla concorrenza dei nuovi protagonisti religiosi.

 

In fine, il nuovo quadro socio-politico della società rumena dopo la caduta del regime totalitario ha favorito un ridinamismo del campo religioso e ha creato le condizione favorevoli all’apparizione di un pluralismo religioso significativo, espresso con la presenza di nuovi movimenti religiosi concorrenziali.

 

Lo sviluppo di questo pluralismo religioso e la dinamica del campo religioso rumeno hanno fortemente influenzato la stretta collaborazione che si è sviluppata tra lo Stato e i Culti. Il vuoto legislativo creato dopo il 1989, l’inefficienza delle istituzioni dello Stato e la loro mancanza di legittimità, hanno creato la premessa ad un rafforzamento privilegiato delle relazioni esistenti tra i Culti riconosciuti e lo Stato.

 

Con queste circostanze i nuovi movimenti religiosi non sono stati accolti con simpatia dalla maggioranza della popolazione che vedeva nella loro presenza una prova sleale di proselitismo aggressivo allo scopo di destabilizzare la vita religiosa del paese.

 

 

II)Le cause esogene della dinamicità d’espansione dei nuovi movimenti religiosi

 

Le cause esogene, come gli effetti della globalizzazione e della trans-nazionalizzazione delle organizzazioni religiose, favoriscono la dinamica d’espansione delle organizzazione religiose contribuendo cosi al rinforzo del fenomeno di globalizzazione/internazionalizzazione del religioso.

 

Le offerte « religiose », sempre più numerose e attrattive, che caratterizzano le società aperte, concorrenziali, sviluppano un forte spirito missionario che si fonda sulla formulazione e l’applicazione di certe strategie di mercato, di marketing religioso, avendo per funzione di rendere attrattivi ed accessibili i nuovi prodotti simbolici delle sette e delle NMR.

 

  1. a)  La globalizzazione religiosa; l’influenza nord-americana

 

L’apparizione e la proliferazione dei nuovi movimenti religiosi –

caratteristica del processo di pluralizzazione del paese religioso rumeno dopo il 1989- fu influenzato sin dall’inizio da quella che é stata chiamata mondializzazione o globalizzazione, dall’apertura multilaterale dei mercati dopo la fine della guerra fredda e dopo il crollo del blocco dell’Est.

 

I Rumeni, formati da una cultura e spiritualità segnata dalla tradizione cristiana ortodossa, hanno vissuto con riserva il fenomeno di globalizzazione, assimilata al rischio di debolezza della loro identità etnoreligiosa. Nello stesso modo dopo il 1989 la presenza sempre più numerosa e diversificata delle sette e dei NMR è stata percepita, dai Rumeni, come una minaccia della loro libertà e dei loro diritti fondamentali.

L’intensificazione degli scambi economici, l’amplificazione dei fenomeni d’emigrazione e d’immigrazione, la crescita del flusso dei missionari stranieri sono altri fattori esogeni che hanno favorito l’espansione di nuovi movimenti religiosi, incoraggiati dalla manovalanza buon mercato e dal sistema economico favorevole e desideroso di conquistare dei nuovi mercati. Le grandi imprese internazionali hanno aperto delle filiali in Romania. I nuovi investitori hanno favorito l’arrivo di migliaia di cittadini stranieri da ogni parte del mondo, in particolare Cinesi, Turchi e Coreani. Questa nuova realtà di globalizzazione economica ha influenzato visibilmente la configurazione del paesaggio religioso rumeno dopo il 1989.

 

Così ad esempio, l’Associazione cristiana metodista di Romania è stata fondata dal pastore sud-coreano Tae Sung Jung, chiamato in Romania nel 1992 da uomini d’affari coreani allo scopo di assicurare dei servizi religiosi per i loro cittadini che lavoravano nelle imprese       « LG », « Samsung », e « Daewoo », e anche per il personale dell’ambasciata della repubblica della Corea del sud.[6]

 

Il pastore Tae Sung Jung, stupito dalla povertà degli abitanti del quartiere operaio di Bucarest dove aveva organizzato una chiesa per gli uomini d’affari coreani, decise nel 1993 di celebrare i servizi religiosi ugualmente per

i cittadini rumeni e di sviluppare un sistema d’assistenza sociale e di carità per le famiglie povere, in particolare per gli Zigani con l’aiuto di donazioni ricevute sia da uomini d’affari coreani stabiliti in Romania sia della Corea del Sud.[7] La sua attività caritativa si concentrava principalmente sulla donazione d’alimenti di prima necessità (olio, zucchero, farina, etc…) e di vestiti. Oggi la sua comunità metodista conta, in più degli uomini d’affari coreani, qualche duecento cinquanta membri che sono dei cittadini rumeni.

 

Ugualmente, la Fondazione rumena dei servizi islamici è stato istituita nel 1993 a Constanta dai cittadini turchi venuti in Romania per svilupparvi degli affari in particolare nel trasporto e nel piccolo commercio di tipo « bazar » o « boutique ».[8] Sin dall’inizio degli anni 1990, un importante commercio frontaliero si è sviluppato con la Turchia particolarmente per Bucarest e le città del sud del paese, perché la Turchia offriva della merce poco cara e di qualità. E soprattutto i cittadini rumeni non avevano bisogno di visti per rendersi in Turchia, al contrario dell’Europa dell’ovest, dove era più oneroso e difficile riunire le condizioni per ottenere un visto.

 

Altri uomini d’affari di religione musulmana, ma di nazionalità diversa dalla turca, hanno cosi costituito la Lega islamica e culturale di Romania. Conta circa mille cinquecento membri d’origine irakena, giordaniana e palestinese, dei quali un gran numero (mille duecento) hanno già la cittadinanza rumena.

 

D’altronde, la presenza di cittadini cinesi in Romania per affari, in particolare nel piccolo commercio di merci buon mercato fabbricate in Cina, ha influenzato la configurazione della vita religiosa. Degli spazi commerciali dominati dai commercianti Cinesi, si sono formati in certe periferie di Bucarest abitate in gran parte dai Cinesi . Poco a poco, la presenza culturale e spirituale cinese, si è fatta sentire nella gastronomia, nella volgarizzazione di pratiche terapeutiche come l’agopuntura e la medicina naturale, la meditazione yoga e l’astrologia.

 

Il centro cristiano Timisoara, ad esempio, è una chiesa evangelica indipendente di tipo carismatico, creata nel 1990 a Timisoara dal pastore Daniel N.Matei rientrato dagli Stati Uniti. Oggi, quest’organizzazione religiosa nuova conta piu di duemila cinquecento membri e delle filiali in più di ventidue località in Transilvania. Conosce uno sviluppo sostenuto[9] per la creazione di case di preghiera e una pratica caritativa attiva.

 

Sempre tra i fattori esogeni che hanno favorito lo sviluppo di nuovi movimenti religiosi in Romania, un elemento apparentemente insignificante, ma in realtà molto importante e rappresentativo del fenomeno di globalizzazione è legato alla lingua spagnola.Vicina alla rumena, ha facilitato l’apparizione e l’ubicazione di un movimento religioso nel quale la lingua è il vettore principale sul quale si è basata la strategia missionaria dei nuovi arrivati secondo un colloquio che abbiamo avuto con uno dei dirigenti, Otavio Bravo, vice-presidente e responsabile amministrativo e spirituale dell’Associazione religiosa Il Centro d’aiuto universale.[10]

 

Da questo capitale di simpatia linguistica, si è passato alla trasmissione del messaggio religioso che è stato accettato più facilmente. Oggi, seguendo rigorosamente le strategie d’impianto del movimento sperimentato su scala mondiale, due sale di cinema sono affittate a Bucarest nel quartiere degli operai di Giulesti e di Pantelimon dove i pastori del centro d’aiuto universale celebrano dei culti quotidiani secondo il modello d’origine brasiliano, benedicendo l’acqua, il sale, il pane e gli abiti dei credenti. Riempiono cosi’ le loro sale di fedeli e simpatizzanti.[11]

 

Quest’ultimo caso ci rende attenti all’importanza del fenomeno di globalizzazione per capire la trasformazione attuale nel campo religioso rumeno e l’internazionalizzazione dei NMR.Questo processo di transnazionalizzazione del religioso è marcato economicamente dalla logica economica e accompagna da vicino l’evoluzione del fenomeno della globalizzazione.[12]

 

  1. b) Il movimento d’integrazione spirituale nell’assoluto (M.I.S.A.)

 

Sempre nella logica dell’internazionalizzazione del religioso, ma questa volta nel senso dell’esportazione di una setta dalla Romania verso lo spazio Europeo, vogliamo fare una corta presentazione di un’organizzazione religiosa d’origine rumena molto comune in Europa occidentale perché il suo guru accusato in un affare di sesso sotto la maschera del religioso, legato ad uno scandalo giornalistico europeo, è stato recentemente giudicato e dichiarato innocente in Svezia.

 

MISA è un’associazione umanitaria e religiosa autoctona di tipo yoga e d’ispirazione orientale. In seguito alla denuncia dei media dovuta allo scandalo di sesso, legato al suo fondatore, il guru Gregorian Bivolaru, considerato come uno scroccone, un trafficante d’essere umani e responsabile di certe retidi prostituzione, anche infantile, il M.I.S.A., è percepito come una setta pericolosa.

 

Nato nel 1952, Bivolaru, soprannominato Grieg dai seguaci, è riuscito ad attirare un grande numero di adepti e anche ad estendere le sue attività all’estero dove ha inaugurato delle filiali, particolarmente nei paesi del nord Europa.[13] Afferma di avere ricevuto una rivelazione nella sua adolescenza secondo la quale lui è uno yogi tibetano. Pretende aver studiato molte opere di scrittori di pratiche antiche d’autorealizzazione attraverso lo yoga, che lo ha spinto a creare una forma originale di yoga che ha cominciato a sperimentare dal 1978.

 

Il regime comunista aveva proibito tutte le pratiche ed insegnamento orientale nel paese cosi che, agendo illegalmente, Bivolaru fu arrestato, imprigionato durante due anni al termine dei quali, secondo lui, riuscì miracolosamente ad evadere.[14]

 

Contestato spesso dai media, dal 1995 si è ufficialmente ritirato dalla direzione del movimento restandone comunque il direttore spirituale.

Il movimento conta dodici ashram o “centri di ricerca, insegnamento e guarigione” organizzati secondo i principi del yoga. Circa duecento istruttori sparsi in tutto il paese insegnano lo yoga a livello di iniziazione.

Lo stesso Grieg si incarica dei corsi al livello superiore, al quale arrivano un numero ristretto di persone.

 

Il M.I.S.A. pratica diversi yoga(Hatha yoga, Karma yoga, Bhakti yoga,Raja yoga, Tantra yoga, tc.), sperando procurare “salute, dinamismo ed efficacia” ma anche “ guarigione o consolidamento dello stato di salute”.[15]

 

Le pratiche si basano sul controllo della respirazione, la meditazione, la concentrazione e la rilassazione. Esposizioni e proiezioni di film si rivolgono ai principianti. Il movimento dispone di biblioteche, i due case per alloggiare i praticanti e di strutture per i corsi. Essendo il movimento accusato di pratiche non convenzionali, i luoghi d’esercizio sono sorvegliati e “gli stranieri” non sono ammessi. Le relazioni tra la direzione del M.I.S.A. e le autorità rumene sono contrastate. Nel marzo 2003, Bivolaru fu arrestato con diverse accuse, soprattutto per la produzione e la diffusione di materiale pornografico, e per aver avuto rapporti sessuali con una minorenne.[16]

 

In seguito a vizi di procedura, fu brevemente liberato, quindi arrestato di nuovo e rinviato a giudizio. Nel quadro dell’inchiesta più di cinquantamila oggetti diversi, compresi libri, corsi, fotografie, cassette video sono stati analizzati, più di trecento edifici controllati e più di cento testimoni interrogati.[17] Durante questo tempo a Bucarest, i seguaci del movimento hanno organizzato frequenti manifestazioni di protesta davanti al Senato, al Ministero della Giustizia e al Parlamento, per sostenere il loro dirigente, secondo loro, innocente. Essendo fuggito, fu attivamente ricercato in tutto il paese e fu finalmente arrestato a Malmö, in Svezia.[18]

Dopo aver rifiutato una richiesta d’estradizione delle autorità rumene, la giustizia svedese ha deciso di concedere al guru Bivolaru, lo stato di rifugiato politico altrimenti « rischiava di essere privato del diritto ad un processo equo in Romania ».

 

Questa decisione ha colto alla sprovvista i magistrati rumeni e il governo di Bucarest perché quest’affare rischia di avere delle ripercussioni per la Romania la cui integrazione nell’Unione Europea nel gennaio 2007 è sottomessa ad una clausola di salvaguardia particolarmente severa per quel che concerne precisamente la giustizia. Le azioni della polizia e gli scandali pubblici provocati dalle rivelazioni dell’inchiesta, che implicava personaggi della vita pubblica, hanno dato al M.I.S.A un’immagine negativa di setta pericolosa e il M.I.S.A. ha cominciato a « sciogliersi ».[19]

 

T.3.La configurazione religiosa tripolare della Romania

 

 

Chiesa OrtodossaCulti riconosciutiAtei, senza religioni
Rumena N.M.R. e non dichiarati
86,7%12,13%1,20%
 

Sorgente : Censimento nazionale, I.N.S., 2003

 

 

Il quadro qui sopra riflette chiaramente l’asimmetria che caratterizza i tre poli e il carattere più virtuale che reale del terzo polo. Tuttavia, quest’ultimo polo è in crescita e bisognerà aspettare il prossimo censimento per misurarne l’importanza relativa che non può che crescere vista la visibilità sociale di certi movimenti.

 

Conclusione

 

La presenza di sette e di nuovi movimenti religiosi, dopo di 1989, soprattutto d’orientamento neo-protestante, è stata comunque percepita come una minaccia per la libertà d’espressione e per i diritti dell’uomo, sia agli occhi della Chiesa ortodossa e delle Chiese etniche che dai giornali del paese. All’espansione delle sette e dei NMR hanno contribuito cause endogene ed esogene .

Profittando di un quadro legislativo favorevole, numerosi nuovi movimenti religiosi si sono sviluppati dopo il 1989, rispondendo cosi ad una richiesta sempre più grande di religiosità dopo quaranta cinque anni di regime politico promotore dell’ateismo.

 

Il paesaggio si è arricchito di numerosi nuovi movimenti che, da metodi d’intensa attività missionaria e in una logica di concorrenza di libero mercato, hanno sviluppato delle strategie per attirare sempre più adepti a nuove idee « religiose ».

 

L’effervescenza religiosa osservata dopo la caduta del regime totalitario non è un fenomeno singolare nei paesi ex-comunisti. Ma in Romania, si è mostrata molto più attiva e più importante dal punto di vista sociale che negli altri paesi.

 

[1] Dott.Laurentiu D.Tanase insegna la sociologia delle religioni all’Università di Bucarest , facoltà di teologia ortodossa.

[2] Danièle Hervieu-Leger, « Per una sociologia di « modernità religiosa multipla », un altro accostamento della religione invisibile europea », Social Compass, vol.50 (3) /2003, p.289

[3] Olivier GILLET, Religione e nazionalismo, Bruxelles, ed. dell’Università di Bruxelles, 1997, p.162.

[4] Idem, p.70.

[5] Radu PREDA, Biserica in Stat, Bucarest, ed. Scripta,1999, p.23.

[6] Incontro con Tae Sung Jung, presidente dell’Associazione cristiana metodista della Rumania, e Laurentiu Popa, segretario, il 3 marzo 2004, a Bucarest.

[7] Idem, vedere l’appunto precedente

[8] Colloquio con Arslan Muharrena, vice presidente e Gaye Faruk, membro della direzione della fondazione rumena dei servizi islamici, il 18 maggio 2004, Bucarest.

[9] Colloquio con Daniel N.Matei, pastore, presidente del Centro cristiano Timisoara, il 9 marzo 2004, Bucarest.

[10] Colloquio con  Lazar Constantin, presidente, e Otavio Bravo, vice-presidente e responsabile amministrativo e spirituale dell’Associazione religiosa « Il Centro d’aiuto universale », il6 marzo 2004, Bucarest.

[11] Idem, vedere l’appunto precedente.

[12] Idem, p.99.

[13] Constantin CUCIUC, Religii noi in Romania, ed. Gnosis, Bucarest,1996, p.109.

[14] Idem, p.109.

[15] Idem, p.109.

[16] Sorin GHICA, “Gregorian Bivolari “guru”, lasat sa fuga din tara” (Gregorian Bivolaru “Gourou” lasciato sfuggire il paese), nel giornale nazionale România Libera, il 7 aprile 2005 , Bucarest.

[17] M.D., “Guru Bivolaru in atentia cartii recordurlor” (Gourou Bivolaru nel attenzione del Guinness Book), nel giornale nazionale Adevarul, il 9 maggio 2005, Bucarest.

[18] STIRBU, “Bivolaru arestat in Suedia” (Gregorian Bivolaru arrestato in Svezia), nel giornale nazionale Cotidianul ,il 6 aprile 2005, Bucarest.

[19]  *** “Ramasa fara Guru, secta lui Bivolaui se destrama” (Rimasti senza Gourou, la setta di Bivolaru si dissolve), nel giornale nazionale Adevarul, il 5 maggio 2005, Bucarest.